TOLKIEN

("Tolkien" - 2019 - 112 minuti)

Di questo "Tolkien" ho ammirato fin da subito il coraggio di evitare la "strada facile" e affrontare gli anni meno conosciuti del celeberrimo autore, quelli della sua giovinezza, della sua formazione culturale e della Grande Guerra da lui combattuta. Grazie a questa scelta si impara a conoscere non solo "il mito" ma anche e soprattutto ciò che ne ha determinato il successo, quello che è il "dietro le quinte", aiutandoci a capire il perché di tante scelte compiute.

Attraverso un continuo switchare nel tempo, il film analizza la figura di Tolkien da un punto di vista più umano, lasciando a poche selezionate visioni il mondo immaginario, che si crea pian piano nella sua mente, ed evitando con intelligenza facili strizzate d'occhio ai fan.

Peccato che la pellicola di Dome Karukoski (che con le immagini dimostra di saperci davvero fare, alcuni scenari di guerra sono davvero da applausi) pecca su una sceneggiatura che rimane nel limbo, che non ha il coraggio di osare, che sembra sempre sul punto di fare quel salto di qualità che poi effettivamente non avviene mai. Nicholas Hoult ce la mette tutta per incarnare il filologo britannico, ma non sembra possedere il carisma e la bravura necessaria per catturare l'attenzione dello spettatore. I dialoghi, fin troppo didascalici, non lo aiutano a costruire una figura che riporti sullo schermo le molteplici caratteristiche affascinanti del personaggio, che sembra non venire mai sviluppato appieno. La sua parte più interessante (la passione per le lingue) arriva troppo tardi nel film e non si ha il tempo di sfruttarla in maniera convincente, restando insieme ad altri elementi troppo sullo sfondo.

In definitiva "Tolkien" è una discreta pellicola intrisa di passione e cuore (accompagnata da una piacevole delicatezza sul narrato) ma troppo vuota per le sue quasi due ore di durata, incapace di osare in maniera opportuna e di sollevare dalla massa questo biopic che, almeno sulla carta, aveva delle potenzialità sicuramente maggiori.