THE GREATEST SHOWMAN

("The Greatest Showman" - 2017 - 105 minuti)

 

 

Ero davvero curioso di vedere come se la cavava il talentuoso Hugh Jackman, esperto di musical teatrali, in quello che sembrava un nuovo "Moulin Rouge" cinematografico.

Inutile dire che, nonostante la buona volontà del cast, non siamo molto vicini alla magnificenza di un qualsiasi lavoro del Maestro Baz Luhrmann. La colpa, più che degli attori e delle canzoni (di cui però resta alla mente al massimo un paio di pezzi), la imputo al regista Michael Gracey, decisamente troppo inesperto per mettere insieme qualcosa di accattivante da una sceneggiatura veramente blanda, superficiale quando deve approfondire (soprattutto sul tema della mancanza di accettazione del diverso, cardine del film), decisamente troppo lineare e priva di qualsiasi colpo di scena che non sia iper-telefonato.

Ci mette una pezza la discreta coreografia, purtroppo mai troppo valorizzata dalla macchina da presa. Il talentuoso cast, a parte la coppia di donne Williams-Ferguson che mi è sembrata piuttosto sottotono, vede Jackman come grande e carismatico mattatore e valorizza il talento di Zac Efron e Zendaya, due che dimostrano di sapersela sempre cavare in ogni situazione.

Non male neanche l'uso di luci e colori, con qualche eccesso di CGI sugli sfondi che a volte mi ha fatto storcere il naso. Molto meglio le location degli interni, costruite dal bravissimo Nathan Crowley (uno che lavora fisso con Nolan, tanto per dargli qualche credenziale).

Il film si lascia guardare e la breve durata alleggerisce la visione (appena 105 minuti) ma una volta accese le luci rimane davvero poco rispetto a quanto sembrava promettere.

Peccato, perché la storia era interessante e l'ambientazione ricca di spunti. Serviva probabilmente un nome più esperto a capo di tutto, per valorizzare al meglio il pacchetto.

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