PERFETTI SCONOSCIUTI

("Perfetti sconosciuti" - 2016 - 97 minuti)

 

 

"Perfetti sconosciuti" non è un film italiano come tutti gli altri. In un trascinante connubio di inquadrature e dialoghi perfettamente scanditi da un montaggio perfetto, ci vengono presentati i 7 protagonisti della storia, dandoci tutte le informazioni necessarie per localizzarli nella nostra mente, per capire le loro vite, facendoli subito un po' nostri.

Il regista Paolo Genovese ci presenta un film estremamente duro e sincero, che colpisce per l'estrema efficacia del suo messaggio di fondo: c'è una vita pubblica, una privata e una segreta.

100 minuti che volano ad un ritmo martellante, quasi completamente ambientati attorno ad una tavola tra amici, come fosse una piece teatrale.

La malsana e provocatoria idea di appoggiare i cellulari sul tavolo e rendere pubblico tutto quello che appare su di essi: telefonate, WhattsApp o sms. Una di quelle situazioni da "non posso né scendere né salire", che accetti pur immaginandoti le conseguenze, che inevitabilmente arriveranno. Perché nessuno è mai sincero al 100%.

E' incredibile il senso di coinvolgimento che ti attanaglia fin da subito, grazie anche alle splendide performance degli attori, tutti bravissimi, tutti capaci di rendere i propri personaggi così reali e spontanei che quasi viene da chiederti se stiano davvero recitando. Bravissimi quando c'è da parlare o semplicemente a rispondere con sguardi e silenzi.

Il tutto è merito anche alla sceneggiatura scritta a 10 mani (da Genovese stesso, insieme a Bologna, Costella, Mammini e Ravello) che, metaforicamente, spara una sventagliata di mitra in più direzioni ad altezza uomo fino a che non becca anche te, facendoti cadere inevitabilmente nell'immedesimazione più totale, ritrovandoti tuo malgrado in quel personaggio o in quell'altro e vivendo con lui ansia e angoscia. Anche quando il film sembra esagerare nel mostrare i nuovi colpi di scena, perdoni la cosa perché ormai sei irrimediabilmente attanagliato dalla vicenda e il tuo lato malato vuole vedere fin dove si spingerà la cosa, come uno spettatore neutrale che nell'ombra si ciba delle disgrazie altrui.

Tutto per arrivare ad una conclusione che non ti aspetti, anticlimatica ma feroce, impietosa, che ti colpisce impietosamente allo stomaco, un realismo che fa male.

Cinema da applausi.

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