"L.A. Confidential" ("L.A. Confidential") - 1997

 

Ho sempre subito il fascino del noir e questo poliziesco di Curtin Hanson, tratto dall'omonimo romanzo di James Ellroy, omaggia e in qualche modo aggiorna quel genere ormai raro. Nonostante le diverse libertà creative prese da Hanson, anche sceneggiatore (premiato poi anche con l'Oscar), la pellicola riesce a creare un affresco importante della Los Angeles degli anni '50, riuscendo a cogliere molte sfumature di una società densa di segreti e di "seconde linee" spesso tralasciate da chi raccontava la storia. Storie di polizia si mischieranno con vizi e virtù dello spettacolo, in un susseguirsi di scoperte che pian piano ci porteranno ad un esplosivo finale, il tutto con le splendide vedute della città degli Angeli come sfondo.

Ne risulta un film che è una piccola opera d'arte che eccelle un po' in tutti i campi, dalla fotografia ai movimenti di camera, dai tempi (perfettamente scanditi da un montaggio pressocchè perfetto, capace di dosare perfettamente fasi descrittive e colpi di scena) alle splendide interpretazioni degli attori.

E' infatti nel cast che è il vero punto di forza: cominciamo con il trio di protagonisti, composto da Kevin Spacey, Russell Crowe e Guy Pearce. Tutti e tre sono bravissimi a far trasparire le loro emozioni su schermo, incarnando perfettamente le sfumature che i loro personaggi si portano dietro. Crowe in particolare esprime un universo con uno sguardo, lasciando alla sua fisicità il compito di attuare scelte già presenti nei suoi occhi. Voglio poi ricordare la presenza in ruoli comprimari ma importanti di Danny DeVito (in una parte che sembra scritta addosso a lui), James Crownell e David Strathairn, tutti ottimi. Apro una menzione a parte per la splendida Kim Basinger (all'epoca già 44enne!), splendida femme-fatale che lascia disarmati ad ogni sua apparizione.

Nonostante la folta carrellata di personaggi antitetici e decisamente controversi, il film riesce a farti entrare nelle loro teste, a capirne le azioni, le motivazioni, le zone di grigio nascoste dal bianco e dal nero, dal giusto e dallo sbagliato, in una società che ti porta a compromessi che a volte hanno conseguenze gravi, per spiegarti una doppia natura della legge.

Il fascino magnetico dei protagonisti riesce pian piano a colmare quell'iniziale senso di distacco che proviamo all'inizio, figlio di discutibili scelte di vita.

Un film che rappresenta sicuramente l'apice della carriera di un regista che non è più riuscito ad eguagliare tali risultati (nonostante il discreto "8 Mile", film difficile ma sicuramente riuscito) ma che ha racchiuso in poco più di due ore una piccola saga dall'eccellente estetica e da una corposità narrativa quasi palpabile, raccontata da un cast di stelle vecchie e nuove in forma smagliante.

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