NOI

("Us" - 2019 - 116 minuti)

 

 

Riuscire a capire fino in fondo la pellicola  del talentuoso regista Jordan Peele richiede una buona dose di paziente riflessione, che lascia alla fine profondamente appagati.

Due sono le caratteristiche che balzano all'occhio nell'immediato:

1) Per tutto il tempo "Noi" ti tiene incollato allo schermo, come sotto ipnosi, in un misto fra ansia e curiosità, nel costante interesse di sapere cosa succederà dopo.

2) La mole di domande, possibili risposte e interpretazioni varie che via via prendono posto nella nostra testa.

In questa sede di recensione mi è impossibile fare ragionamenti sui vari gradi di lettura del film senza incorrere nello spoiler. Si può dire però che il regista e sceneggiatore afroamericano, come nel precedente "Scappa - Get out", usa il genere thriller/horror per metaforizzare la società USA attraverso i comportamenti e del dinamiche dei suoi personaggi immaginari. Stavolta le chiavi di lettura sono molto più ampie (distribuite poi per tutto il film nelle maniere più disparate) ma colpiscono solo dopo un'attenta riflessione.

Il film è diretto in maniera splendida, grazie a inquadrature sempre ispirate che migliorano col passare dei minuti fino ad arrivare ad un'eccellenza visiva nella parte finale. Di Peele amo tantissimo il suo humor nero senza alcun preavviso e il modo di gestire alla grande le  interpretazioni degli attori, tirando fuori il loro meglio anche in poco tempo. Menzione d'onore su tutti per Lupita Hyong'o, capace di trasmettere emozioni completamente contrastanti con una doppia interpretazione da urlo. Il film è aiutato da una colonna sonora perfetta, che mantiene la tensione altissima per tutto il tempo, e una fotografica  che gioca in modo magistrale con luci e ombre, dando un valore inquietante ai molti primi piani.

Il film non sarà diretto e conciso come il precedente lavoro del regista, ma si può notare una sontuosità visiva molto più matura e una ricerca di tematiche più vasta e complessa, decisamente più ambiziosa, qualcosa che il grande pubblico non apprezzerà mai a pieno ma che merita l'attenzione di chi cerca l'evoluzione di un certo tipo di linguaggio cinematografico metaforico.

Una pellicola che non si ferma alla mera cornice visiva, ma che cerca di parlare allo spettatore con uno stile di alto livello.

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