"Now you see me - i maghi del crimine"

("Now you see me") - 2013

 

Se esistesse una classifica per i film più sottovalutati, "Now you see me" meriterebbe certamente un posto ai piani alti. Co-produzione franco-statunitense, questa pellicola, non troppo conosciuta, rappresenta sicuramente il punto più alto della carriera del modesto mestierante Louis Leterrier ( tra i suoi film "The Transporter", "Danny the Dog", "L'incredibile Hulk" e "Scontro tra titani") che mette in scena, attraverso ispirati movimenti di camera, tutta la magia del mondo dell'illusione, facendo tesoro dei tecnicismi ereditati dal suo mentore Besson.

Forte di un cast di prim'ordine fra cui spiccano un Morgan Freeman che è sempre una sicurezza, un Ruffalo veramente in parte, un Harrelson irresistibile e un Eisenberg sempre più bravo, la pellicola racconta di un gruppo di maghi, detti "i 4 cavalieri", alle prese con una serie di 3 spettacoli su scala mondiale che sembrano nascondere una trama di fondo ben più complessa. Spetterà all'FBI scoprire il trucco, in una carambola di colpi di scena impregnati della magica illusione dello spettacolo.

 

Grazie ad un ritmo forsennato (ottimo il montaggio di Leighton e Tabaillon) il film scorre meravigliosamente, senza il minimo momento di noia, accompagnato dalla coinvolgente colonna sonora di Brian Tyler, fino ad una risoluzione finale che non ha niente da invidiare a quella de "I soliti sospetti": un vero colpo di scena inaspettato e perfettamente orchestrato.

 

La sceneggiatura è ottimamente calibrata in un crescendo di "botta-risposta", convertito per l'occasione su "trucco-spiegazione"; il mondo della magia si fonde con il crimine grazie all'illusione con il quale l'occhio dello spettatore è perfettamente guidato dalla telecamera, poggiando su questa finta realtà la base per la struttura stessa del film.

La verità dietro la bugia, il trucco che non è un trucco finché non ne trovi la vera natura.

Un inganno dell'occhio nasconde un nuovo inganno della mente.

Il "perché" più importante del "come" e del "chi".

Gli sceneggiatori Ed Solomon, Boaz Yakin e Edward Ricourt costruiscono un eccellente prodotto cinematografico che cattura l'attenzione dall'inizio alla fine, come un vero numero da mago in cui forse l'unica incertezza sta nel confondere troppo spesso la magia con gli effetti speciali (molto ben realizzati peraltro).

E' bene precisare che siamo lontani dagli intenti che aveva Nolan con il suo "The prestige" , vera e propria riflessione su realtà e illusione che faceva da sfondo all'ossessivo dualismo dei protagonisti.  Qui siamo più vicini ad un "Ocean's Eleven" farcito da colpi spettacolari, più interessati alla messa in scena che al significato intrinseco di questa misteriosa e affascinante arte.

 

Esiste davvero il quinto cavaliere? A voi la scoperta in un film da non perdere!

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