FUNERAL PARTY

("Death at a funeral" - 2007 - 90 minuti)

 

 

 

"Funeral Party" è una brillante commedia inglese del 2007, diretta dal geniale Frank Oz, regista di grande esperienza. Oz è un nome che sicuramente vi ricorderà qualcosa: è stato creatore di alcuni Muppets, anima e voce di Yoda nella prima trilogia di Star Wars, nonché regista di film di successo come "La piccola bottega degli orrori", "In & Out" e "Bowfinger". Inutile dire che la sua mano in questo film si sente, molto. Si ride fin da subito in "Funeral Party", con dei simpaticissimi e originali titoli di testa in cui un'animazione muove una bara lungo le strade di una cittadina e che si riattacca in maniera brillante alla prima scena dal vivo.

Girato a basso budget, il film gioca molto sui dialoghi frizzanti (basati su una solida sceneggiatura di Dean Craig) e sull'interpretazione molto convincente di tutti gli attori, che solo in rarissimi casi sconfinano nel macchiettismo. La formazione prettamente teatrale del cast è utile allo scopo, in quanto la pellicola si svolge praticamente tutta in un unico set: la casa del defunto. Da notare la presenza di Peter Dinklage, il Tyron Lannister di Game of Thrones, qui alle prese con una parte da vero caratterista, che strappa diverse risate amare (sarà poi l'unico attore che riprenderà il medesimo ruolo nel, pessimo, remake americano del 2010).

I tempi comici perfetti donano al film un ritmo molto costante, mantenendo sempre alta l'eleganza con cui vengono presentate le varie situazioni, senza mai scadere nel volgare. Durante i 90 minuti della durata complessiva si assiste a molto umorismo nero, ben dosato da un regista che sa il fatto suo e che riesce a trasformare un classico del genere (di film comici con i funerali ce ne sono a bizzeffe) in un'intrattenimento più che piacevole e con un senso di curiosità sempre presente. Purtroppo si lascia andare a qualche buonismo di troppo proprio sul finale, quando forse una chiusura più amara avrebbe probabilmente messo la famosa ciliegina sulla torta. Menzione di merito per Alan Tydyk, che con la sua interpretazione fuori dalle righe regge buona parte dello scheletro narrativo di questo esilarante gioco di equivoci, ormai un classico della commedia moderna.

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