SICARIO

("Sicario" - 2015 - 121 minuti)

 

 

 

La moderna frontiera americana secondo il talentuoso sceneggiatore Taylor Sheridan: un insieme di persone ambigue, un clima sfiancante e un'ossessiva pressione di ansia e paura, dove il buono e il cattivo si fondono, si mescolano, non rientrano più in quelle barriere morali che li dovrebbero contraddistinguere. CIA, governo, soldati, mercenari, burocrati, trafficanti, killer, un'amalgama di personaggi che si stagliano alla luce per diventare poi ombre sfuggenti. Il tutto visto dagli occhi di un'agente dell'FBI, la bravissima Emily Blunt, che viene catapultata in una realtà che non le appartiene, spinta da una sete di giustizia che però eticamente ha un prezzo troppo alto. Accanto a lei un cast di tutto rispetto, in cui spiccano il sempre bravo Josh Brolin e un Benicio del Toro in stato di grazia.

Il film di Denis Villeneuve, che ancora una volta si dimostra superbo con la macchina da presa, ti rapisce dal quotidiano per portarti nel mondo delle verità scomode, degli accordi sottobanco, in cui bianco e nero si fonde in un grigio oleoso che avvolge tutti.

La meravigliosa fotografia dell'esperto Roger Deakins (uno che si è fatto le ossa con i Coen e che è arrivato a creare capolavori di immagini in "Skyfall") dipinge una tonalità calda di scenari da cartolina, ma al tempo stesso macchiati da sagome di armi, di grana polverosa, di chiazze rosse di sangue secco, metafora di una realtà in cui il bene deve convivere con il male, in un grottesco accordo di reciproca alleanza.

Un film amaro, crudo, schietto, senza speranza, dai dialoghi ridotti all'osso e dalle spiegazioni ridotte allo stretto necessario, che dilata i tempi e mette a dura prova i sensi, legittimando l'inevitabilità di certe meccaniche a cui siamo rassegnati.

Realtà che ci disgustano ma di cui siamo, volenti o nolenti, complici silenziosi.

Un messaggio duro ma onesto di un gran film.

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