"L' uomo di neve" ("The snowman") - 2017

 

Ok, per capire cosa non mi tornava in questo film mi sono dovuto informare, ma andiamo con ordine...ammetto di essere stato attratto da questo titolo per le sue ambientazioni, che mi fanno impazzire (ho adorato i paesaggi invernali della trilogia di "Millennium") e per la curiosità di vedere quello che sembrava un thriller interessante, almeno sulla carta, tratto da una serie di romanzi di succcesso di Jo Nesbo dedicati al particolare personaggio del poliziotto Harry Hole. La cosa bizzarra è che "L' uomo di neve" non è il primo, bensì il settimo libro della serie (arrivata a quota undici), iniziata nel 1997 con "Il pipistrello".

Con il senno di poi (non ho letto nessuno dei sopracitati libri e ho visto il film senza nessuna documentazione precedente) mi sono effettivamente accorto che la storia illuminasse sono una parte centrale della vita del protagonista, con svariati fatti precedenti e sicure allusioni al suo futuro. Il personaggio di Harry Hole, classico anti-eroe ben tratteggiato nelle sue debolezze da un Fassbender decisamente in parte è un personaggio a tutto tondo di cui però sentiamo di scalfire solo la superficie, con una serie di vicende personali solo accennate che si sarebbero meritate un minutaggio decisamente più lungo, che poi è un qualcosa che si avverte un po' per tutto quello che vediamo sullo schermo, in particolar modo nell'atto finale. Se infatti è molto buona la disposizione di indagini, false piste, colpi di scena, personaggi di supporto, la risoluzione finale lascia un po' l'amaro in bocca per la semplicità, a discapito di una struttura invece piuttosto ben studiata e ricercata. Ecco che quindi i molti attori che compongono l'opera ( Ferguson, Kilmer, Simmons, Sevigny) si perdono un po' per strada, non lasciando quell'impronta che attori del loro calibro potrebbero imprimere al film.

"L'uomo di neve" resta comunque un thriller molto solido, ben curato dal regista Tomas Alfredson (doveva girarlo Scorsese, che poi è rimasto come produttore) e perfettamente dosato nella costruzione della trama, il tutto sugellato dalle affascinanti atmosfere della Norvegia (il film è infatti ambientato ad Oslo).

Proprio le innevate distese nordiche restano un punto forte della pellicola. L' atmosfera della storia è fortemente evocativa e tremendamente misteriosa quando il naturale paesaggio ghiacciato passa da periferico a urbano, con i palazzi dai bianchi tetti e i vicoli avvolti nella nebbia diventano quasi un personaggio aggiunto a tutta la vicenda.

Da una parte abbiamo il piacevole intrattenimento nell'assemblare, pezzo per pezzo, tutta la vicenda insieme al protagonista (con cui, volutamente, non si empatizzerà praticamente mai), dall'altro la sensazione continua che manchi qualcosa a puzzle finito, come se la figura formata non soddisfacesse completamente la nostra fantasia iniziale, nonostante le azioni del killer siano decisamente intriganti. Resta comunque una serie da tenere d'occhio nel caso la produzione volesse continuare con gli adattamenti. Sicuramente mi ha convinto a leggere i libri per vedere cosa manca.

 

"C'è qualcosa che ci sfugge" (si, l'ho detto anche io a fine film)

Commenti: 0