KILLER OF THE FLOWER MOON

("Killers of the Flower Moon" - 2023 - 206 minuti)

 

 

Scorsese, nel bene o nel male, sa come fare il cinema. Può piacerti, può non piacerti, può risultare troppo prolisso, troppo violento o effettuare scelte personali che non vengono condivise, ma la padronanza del mezzo cinematografico sarà sempre indiscussa in ogni sua opera.

"Killers of the Flower Moon" è del tutto figlio del regista italoamericano, nell'estetica, nei ritmi, nel montaggio e nella direzione degli attori. Non un capolavoro, ma film che ha un suo valore, una sua identità e che possiede tutte le caratteristiche, nel bene e nel male, dell'ultimo periodo di Scorsese. Tempi dilatati in una durata eccessiva e forse ingiustificata, trama ridotta all'osso ma ben scritta, interpretazioni molto curate e una continua ricerca dell'estetica, con inquadrature studiate e mai banali. Il film scorre via senza particolari colpi di scena, un thriller che non appassiona da quel punto di vista, a volte sfociando nella farsa (voluta) ma che coinvolge per l'umanità dei suoi personaggi e per quella strana atmosfera malata in cui il regista affoga tutto il film, fino ad un finale prettamente personale (forse troppo?) in cui Scorsese stesso si mette in gioco, uno dei pochi che può permettersi di farlo senza risultare ridicolo o presuntuoso.

Il trittico di interpreti principali, vera forza del film, è tutta una sorpresa: ti aspetti un De Niro sottotono, come troppe volte ultimamente, e invece lo ritrovi in grande spolvero, con un personaggio su misura per lui, un villain lucifero, in cui ritrova grinta e personalità. Accanto a lui cerchi un Di Caprio solito mattatore e invece la sua interpretazione, per quanto buona, risulta decisamente sottotono, monotona, vittima di una scrittura che non ne esalta le qualità recitative (la sua parte è stata riscritta e dilatata senza motivo, e si vede). Ultima ma non ultima, il vero volto del film, la sua vera forza, la bravissima Lily Gladstone, che fa trasparire sullo schermo, in ogni inquadratura, tutta la tacita sofferenza del suo popolo. La forza di una donna in un mondo che cambia senza guardare in faccia nessuno, uno spaccato di antica criminalità americana lontana dalle grandi città, dai grandi nomi, dalle grandi storie. Scorsese ci regala il dramma degli Osage, una storia nota a pochi, e che ha finalmente il suo palcoscenico di storia americana, inquinata di menzogne, veleni e silenzi.

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