SULLY

("Sully" - 2016 - 96 minuti)

 

 

 

La mattina del 15 gennaio 2009, il comandante Chesley "Sully" Sullenberger esegue un disperato ammaraggio sul fiume Hudson salvando 155 passeggeri. Lo stesso comandante verrà poi posto sotto inchiesta, con l'accusa di avventatezza ed incompetenza, nonostante la sua esperienza quarantennale di volo e l'acclamazione dell'opinione pubblica. Una storia vera. Verrà ricordata come il "Miracolo sull'Hudson" e avrà un impatto mediatico pazzesco. Molto più in sordina passò invece la crociata personale che il comandante e il suo vice passarono dopo l'incredibile fatto, ed è questa la storia che interessa ad Eastwood: il peso psicologico di una esperienza che ti porta a mettere in discussione tutta la tua persona e la tua vita. I dubbi, l'integrità, la saggezza, l'esperienza, la paura e la palpabile "dura fragilità" dell'essere umano è messa nelle mani di Tom Hanks e del suo Sully. Accanto ad un bravissimo Hanks troviamo poi un Aaron Eckhart sempre convincente nella parte del copilota Jeff, spalla vera e metaforica del peso spirituale del protagonista. A dirigerli un Clint Eastwood perfettamente a suo agio, capace di fondere perfettamente l'evento pubblico e il dramma personale. La bagarre dell'inchiesta, in particolare, è resa in maniera dura e sincera. Nessun personaggio le manda a dire, nessuno è rappresentato bianco o nero, ma in tutte quelle sfumature di grigio che rappresentano realisticamente il mondo vissuto.

Il ritmo del film è bilanciatissimo, ottimamente scandito dal montaggio e mai pesante.

Apprezzabile il fatto che Clint non abbia mai in nessun modo cercato la "spettacolarizzazione" del dramma (sottolineato da una colonna sonora minimale) ma abbia posto, piuttosto, l'accento su una messa in scena dei fatti quanto più completa possibile, raccontata con grande sensibilità. Ancora una volta il regista è interessato a portare in scena le straordinarie capacità dell'individuo di fronte ai grandi problemi. Il dramma di una comunità si interseca quindi in un dramma personale, al cui fulcro c'è un uomo che si ritrova di fronte ad una situazione più grande di lui e che minaccia di distruggerlo, ma che possiede il coraggio di affrontare, non senza problemi, la sfida più grande: quella con se stessi. Ed è incredibile quanto di tutto questo venga fuori anche solo dagli occhi stanchi e infossati di un Tom Hanks particolarmente ispirato.

 

Un ulteriore gioiello nella straordinaria carriera del grande Clint Eastwood.

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