BARBIE

("Barbie" - 2023 - 114 minuti)

 

 

Attenzione a considerare "Barbie" come un enorme spot della Mattel, che in modo furbo cerca di liberarsi di alcuni stereotipi per ripulirsi l'immagine e avvicinarsi alla sensibilità odierna di potenziali clienti.

O meglio, lo è, inutile far finta di niente.

Ma non è solo questo.

La regista Greta Gerwig (non certo la prima scappata di casa) confeziona una pellicola che ha sicuramente qualcosa di dire e che non vuole mai limitarsi al compitino, con i suoi pro e i suoi contro.
Barbieland è una gioia per gli occhi, studiata al dettaglio e piena di trovate visive riuscitissime (scenografie e costumi in primis) che faranno la felicità di ogni fan della famosa bambola, un "Truman Show" apparentemente perfetto che incasella senza troppi problemi dei ruoli prestabiliti dalla società. Margot Robbie è perfetta nella parte ma la vera sorpresa è un Ryan Goslin che si diverte come un matto e che, per quanto mi riguarda, ha con il suo Ken uno sviluppo narrativo legato al patriarcato molto più interessante e riuscito della sua controparte (il messaggio di "libertà femminile" di Barbie piuttosto contraddittorio, veicolato da una bambola che rappresenta di per sé un simbolo del capitalismo). Il film non annoia, scorre benone e funziona alla grande quando non si prende troppo sul serio, affrontando le situazioni con un taglio un po' assurdo e satirico. Alcune scene, dialoghi e risoluzioni sono francamente irresistibili nella loro semplicità. La Gerwing è molto brava a raccontare senza esagerare, arrivando a scene davvero interessanti dal punto visivo e tematico (la battaglia dei Ken su tutte)... poi perde la brocca e viene presa dalle manie di onnipotenza, lasciando perdere quella leggerezza di fondo che era il vero valore del film. Non si tratta di COSA si parla, ma di COME se ne parla. La parte finale mette troppa carne al fuoco e subisce un eccesso di retorica che sfocia nell'imbarazzante (e che culmina sui titoli di coda, con il peggior remix di "Barbie Girl" mai sentito), cercando di elevarsi senza averne i mezzi, veicolando un messaggio di rivalsa sociale che sembra infilato dentro a forza (un po' come altre cose tipo un superficiale rapporto madre-figliaantipaticissima e un Will Ferrell che fa finta di non recitare nello stesso ruolo di "Lego Movie" ma senza incidere mai).
Detto questo, "Barbie" non è certo quel capolavoro millantato da alcuni, ma è già un cult di grande successo, che ha fatto e farà discutere sul suo reale valore. Non è poco.

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