JOHN WICK 3 - PARABELLUM

("John Wick: Chapter 3 - Parabellum" - 2019 - 130 minuti)

 

Che la apprezziate o meno, la serie di John Wick è ormai un ingranaggio oliato talmente bene che potrebbero farci sopra altri 10 film senza risentirne minimamente, un processo imparato più che bene da un'altra serie di successo come "Fast and Furious". Questi i fondamentali di una moderna serie action: crei un protagonista che funziona, gli costruisci un mondo attorno fatto di facce e luoghi altrettanto interessanti con regole, tormentoni, situazioni fighe su misura e poi confezioni tutto MALEDETTAMENTE BENE (se lo sai fare).

In questo terzo capitolo il regista Chad Stahelski sacrifica, rispetto ai predecessori, un po' di serietà per un tono più sopra le righe (comprensibile, quanto possiamo prenderci troppo sul serio quando il body-count di Babagyaga arriva a qualche centinaio di anime?), si sorride di più ma senza rinunciare alla matura violenza.

I colpi fanno male e si muore malissimo. John Wick è ormai il The Raid occidentale (di cui eredita anche qualche attore).

La cosa bella è che nonostante la storia sia piuttosto ridotta all'osso non vengono meno la cura maniacale per scenografie e fotografia, sempre notevoli, e soprattutto le tante coreografie cercano sempre di mettere in scena un elemento di novità per giustificarne la visione.

Ammetto senza vergognarmene che i primi tre scontri (biblioteca, museo delle armi e maneggio) mi hanno letteralmente tolto il fiato da quanto mi hanno esaltato. Cazzo, questo film ci insegna come unire animalismo e violenza, roba da non crederci!

Bisogna anche sforzarsi però di capire i detrattori, vista la piega che ha ormai preso questo personaggio. La mancanza di singolarità del film è sacrificata per la serialità della saga, con personaggi e situazioni dosati per poter apparire e sfruttati meglio successivamente, in quello che sembra sempre un film di passaggio. E' un meccanismo da cui non si sfugge in questi casi, è lo scotto da pagare nelle moderne serie cinematografiche che vedono lontano...e questa saga potrebbe vedere molto molto in là.

Ricordatevi sempre, prima di mettervi a sedere, cosa state per vedere.

Keanu Reeves sembra ancora ai tempi di Neo, porta i suoi 55 anni come se ne avesse 30. Scalcia, salta, cade, viene sbattuto da ogni parte e interpreta un personaggio che non cerca empatia con il pubblico ma anzi, è spesso sballottato senza sosta in situazioni che spesso non gli appartengono, ormai colpevole padrone di un destino non più suo. Si, la cosa che ho apprezzato più di tutto a mente fredda (a mente calda si è solo adrenalinici per le superbe scene d'azione) è la figura drammaticamente tragica di John Wick: non più un uomo, ma un mezzo. L' uomo nero ha perso con la moglie la sua individualità ed è diventato una pedina di un gioco sempre più grande, sin dall'inizio. John, che a come suo unico moto la sua insanabile determinazione a sopravvivere a qualsiasi costo, arrivando a giustificarsi con se stesso in ogni maniera. La sua ragione di vita è il suo scopo, spesso citato nei pochi dialoghi: uccidere.

Quando hai un personaggio così, un cast di attori e stuntman con i controcazzi, un regista che sa come fare l'azione con la A maiuscola e una buona troupe che ti segue il successo è assicurato. E per chi, come me, è un grande amante dell'action fatto da dio, è pure meritato.

Ci vediamo nel 2021, signor Wick.

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