"Regali da uno sconosciuto" ("The gift") - 2015

 

Davvero una bella sorpresa questo "Regali da uno sconosciuto", scritto e diretto e interpretato da Joel Edgerton al suo debutto come regista (come attore lo ricordiamo in infiniti ruoli, dal seguito de "La cosa" al premiatissimo "Zero Dark Thirty", dalla parte dell'antagonista de "Il grande Gatsby""Exodus - Dei e Re", passando dallo splendido capolavoro "Warrior", insieme al grande Tom Hardy).

La sinossi di partenza è estremamente semplice: una giovane coppia si trasferisce in una nuova casa. In un centro commerciale si imbattono in un ex compagno di scuola di lui, un tipo strano che inizia a frequentarli in maniera forse troppo assidua. Una base per far partire conseguenze interessanti e più di una sorpresa.

Fuorviato da un pessimo trailer che non ne risaltava le buone doti ma che tendeva invece a banalizzarlo pesantemente, relegandolo nei classici thriller dallo spavento facile, la pellicola esalta invece le tonalità drammatiche e, in un continuo crescendo di pesante suspance, tesse la tela di una trama semplice ma estremamente funzionale. Edgerton dimostra non solo di saper recitare davvero bene (la sua è una trasformazione anche fisica, non pesante ma molto mirata), ma di saper anche dirigere magnificamente i suoi colleghi come la convincente Rebecca Hall e un favoloso Jason Bateman (che personalmente ho sempre trovato sprecatissimo nelle sue varie commedie).

 

L' allestimento degli ambienti (quasi tutti interni, in cui pian piano ci sentiamo rinchiusi, come in una bizzarra crisi di claustrofobia) funziona perfettamente, il ritmo è costante, i personaggi pochissimi ma tutti molto ben delineati. Questo lavoro mette bene in evidenza l'intelligenza dell'autore che, al suo debutto, non casca nel classico errore di tanti colleghi cercando di mettere in scena più di quanto dovuto, al contrario descrive pochi elementi e li tratteggia con gusto ed ispirazione.

 

Il budget, veramente modesto (intorno ai 5 milioni di dollari) è usato in maniera perfetta, senza sprechi o virtuosismi che sarebbero sembrati quasi "arroganti" in questo contesto, teso solo a portare lo spettatore ad un pieno coinvolgimento, senza inventarsi niente di nuovo, ma usando con maestria gli elementi classici. Consideriamo anche che il tutto è stato girato nel tempo record di 25 giorni.

Non mancano alcuni spunti sociali molto interessanti come il bullismo, stavolta ripreso da un punto di vista originale e terrificante, volto a scavare il lato oscuro dentro ognuno di noi e creando un profilo personale e spesso insospettabile e volutamente ambiguo. Nessuno è davvero completamente buono o completamente cattivo, spesso a causa delle conseguenze a breve o lungo termine delle nostre azioni. Altro valore affrontato è la grande competitività lavorativa e la conseguente divisione sociale tra vincitori e vinti, misurata dal grado di benessere raggiunto.

La colonna sonora, minimalista, aiuta a dare al film un'atmosfera di ansia costante (aggiungendo pochi attimi di spavento, tanto per dare una scossa al pubblico che non deve mai adagiarsi troppo sul divano), non molto aiutata dalla fotografia di Eduard Grau, che gioca sul sicuro senza particolare carattere (peccato, visto l'elevato numero di scene in notturna).

Complessivamente comunque un gran bel lavoro, che lo stesso Stephen King ha definito "un gioiello di suspance".

 

Per me, che ho sempre amato l'Edgerton attore, sarà un piacere in futuro dare una chance anche all' Edgerton scrittore e regista, sperando che mantenga e sviluppi le capacità che sembra aver dato prova di possedere.

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