"Star Trek Beyond" ("Star Trek Beyond") - 2016

 

Non era partito bene questo "Star Trek Beyond": prima l'abbandono del regista dei capitoli precedenti J.J. Abrams (impegnato in Star Wars), poi la sceneggiatura di Orci completamente riscritta da Jung e Pegg, infine l'ingaggio di Justin Lin con una produzione dai tempi veramente stretti.
Nonostante tutte queste vicissitudini, quest'ultimo capitolo di Star Trek se ne esce a testa alta, riallacciandosi in parte alla serie originale, dando più spazio all'esplorazione, al concetto di mondo nuovo e soprattutto all'importanza della singolarità dei personaggi. Il tutto è dato da una scrittura sicuramente più convincente delle precedenti, aiutata da una regia molto ispirata, che alterna alcuni momenti anche troppo tamarri (ma sempre divertenti e senza mai scadere nel trash) con virtuosismi di camera notevoli, specie nello splendido scenario della stazione spaziale di Yorktown, che ben si presta a determinati giochi di camera.
Personalmente non sono mai stato un grande fan del vecchio Star Trek mentre ho molto apprezzato questa sorta di reboot (intelligentemente orchestrato) che è riuscito ad accontentare più o meno tutti, dando un bello svecchiamento a tutto il prodotto. Il mio personaggio preferito è sempre stato il dott. McCoy, qui magistralmente interpretato da un Karl Urban semplicemente irresistibile, accompagnato per buona parte del film, causa trama, dallo Spock di Zachary Quinto, per creare una di quelle accoppiate che da sole valgono la visione del film. Uno dei passaggi più intelligenti di questa scrittura, infatti, è stato nel dividere l'equipaggio dell'Enterprise, riuscendo ad arricchire molto le loro caratterizzazioni personali, anche se con qualche riserva (vedi Scotty, ancora troppo troppo forzatamente umoristico, preferisco quando Pegg lavora su personaggi che dietro alle loro battute nascondono risvolti drammatici). Kirk funziona molto meglio, Pine è finalmente presentato con più senso di serietà verso il suo lavoro e il suo equipaggio, cosa che ho apprezzato e che lo avvicina, per quanto possibile, al buon vecchio William Shatner.
In tutto questo discreto lavoro fatto con i protagonisti, i personaggi più sacrificati dal punto di vista della scrittura risultano le new-entry: l'aliena Jaylah, visivamente molto bella ma dal background un po' risicato e il cattivo Krall, forse poco caratterizzato e dal troppo pesante make-up, che non rende merito alle grandi doti attoriali di Idris Elba.

Ovviamente non manca "l'attacco" con i vecchi personaggi e con la scomparsa di Nimoy, ben giocata nella storia in maniera anche un po' azzardata, attraverso una foto che quasi sfonda la quarta parete ma che ricorda il tema del film, del confronto fra il mondo di ieri e quello di oggi, richiamando in causa anche il rapporto padre-figlio dei Kirk (e in qualche modo degli Spock). Un momento particolare che, pur se realizzato per spudorato fan-service, fa venire un brivido alla schiena e un sincero sorriso d'affetto (a differenza della tanto discussa scena della famiglia gay di Sulu, veramente buttata lì per politically-correct e niente più).
La colonna sonora di Giacchino invece funziona a meraviglia e l'inserimento musicale di canzoni rock (guardandolo scoprirete il perché) sembra assurdo a dirsi ma funziona molto bene e mi ha richiamato alla mente addìrittura i Guardiani della Marvel (curiosa poi la scelta della canzone sui titoli di coda di Rihanna).
Anche sul fronte degli effetti speciali il film si dimostra solido e la parte computerizzata è molto poco invasiva nonostante il contesto generale, anche dovuta agli splendidi set realizzati dallo scenografo Thomas E. Sanders e dal suo staff, che ha permesso al cast di interagire con elementi tridimensionali aiutando la loro recitazione.
In definitiva ci troviamo di fronte ad un buon film di puro intrattenimento, che ci coinvolge in pieno nell'avventura e che ricorda un po' la vecchia serie, in cui i film assomigliavano spesso a "puntate gonfiate", ma realizzate con la genuina voglia di far passare al pubblico qualche ora "dove nessun uomo è mai giunto prima".

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