IL CORVO

("The Crow" - 1994 - 102 minuti)

 

Inutile ripetere quello che tutti i nostalgici sanno, ma pochi ammettono: "Il Corvo" di Alex Proyas è diventato un cult principalmente per la dolorosa fine di Brandon Lee, morto in modo tragico durante le riprese. Detto questo, il successo all'uscita, nel lontano 1994, creò una vera a propria "moda" che resistette anche negli anni a venire, fino a perdersi pian piano e lasciando nelle nostre menti, forse, un ricordo del film migliore di quanto non fosse in realtà.

Ritengo che "Il Corvo" abbia 3 componenti che lo elevano dalla media e a cui devo dargli atto:
1) La colonna sonora. Un ottimo mix di brani e musiche che accompagnano alla perfezione la storia, brani splendidi di Nine Inch Nails, Rage Against the Machine, Stone Temple Pilots, fino ad arrivare a quella "Burn" dei The Cure, che ancora oggi fa venire i brividi.

2) L'ambientazione. La Detroit sporca e buia, dai chiaro-scuri molto contrastati, illuminata solo da fiamme e costantemente sotto una pioggia incessante è una cornice incisiva ed efficace. Rende benissimo la sorta di incubo in cui si muovono i personaggi, quasi un mondo fantastico, ma al tempo stesso drammaticamente reale. Proyas è sempre molto bravo con la macchina da presa, catturando scorci interessanti e suggestivi.
3) Brandon Lee è un perfetto Eric Draven, sia come recitazione (anche se la sceneggiatura non lo aiuta per niente, rimane un sogno il vedergli recitare i dialoghi o le poesie del fumetto) che fisicamente. Il viso perfetto sul corpo perfetto, fragile ma atletico, invincibile ma vulnerabile, il bravo ragazzo nella vita e il vendicatore pazzo nella morte. Il trucco semplice ma efficace, la mimica sempre studiata.
Detto questo, resta ben poco di cui vantarsi, visto la semplificazione fatta nell'adattare il materiale di partenza. Si perde la pazzia della vita dopo la morte, la follia della mente di Eric che va avanti nella sua vendetta ben sapendo che tutto è già stato perso, l'autolesionismo, il ricorso al dolore fisico come narcotico al dolore psicologico. Il film in più tratti diventa melenso, abbandonando la filosofia ricercata, con frasi retoriche sull'amore e sulla morte ("non può piovere per sempre", sigh), soprattutto nella figura di Sarah, un personaggio inutile e fastidioso che non ha senso di esistere (ma ce ne sono anche altri, come Myca, la sorella di Top Dollar, o la guardia del corpo armata di una pistola futuristica che stride con tutto quello che ha intorno). Forse per  renderlo più vendibile, si è cercato di adattare anche la narrazione dei poteri di Eric a canoni più fruibili al grande pubblico, che sfociano in quella pessima-pessima-PESSIMA idea "uccidi il corvo, uccidi l'uomo", che banalizza tutta la parte finale, con tanto di combattimento finale sul tetto fra spada e parafulmine, una cosa senza senso e molto lontana dall'idea originale.
"Il Corvo" alla fine è un discreto film con i suoi pregi e difetti, che intrattiene senza annoiare e che ha saputo nascondere le sue grosse magagne sotto il mito creato intorno ad esso, ma alla fine dei conti è stato e rimane, sotto molti aspetti, un pessimo adattamento del Capolavoro di James O'Barr.

Commenti: 0