"Wonder Woman" ("Wonder Woman") - 2017

 

Cominciamo col dire che mi è piaciuto il primo "Man of Steel" (a cui avevo perdonato alcuni difettucci dopo avermi finalmente regalato il Superman modello Dan Jurgens che ho sempre amato fin da ragazzino), mi ha deluso moltissimo "Batman V Superman" (di cui invece ho apprezzato molto la director's cut che salvava 2/3 del film, tranne la parte finale, indifendibile) e sono ancora interdetto dal fatto che una porcheria ruffiana come "Suicide Squad" possa aver incassato così tanto.

Detto questo, mi aspettavo grandi cose da questo "Wonder Woman", galvanizzato da eccellenti trailer che ne esaltavano il lato epico e la forte e potente carica visiva che la Gadot esprimeva in quelle vesti.

Risultato? Le scene belle erano tutte nel trailer e il film mi è piaciuto molto poco. Un completo disastro? No, ma il fatto che a sprazzi sia veramente notevole mi fa solo arrabbiare di più.

Mettiamo subito un punto fermo: Gal Gadot è PERFETTA per Wonder Woman! Buca lo schermo in ogni scena, fisicamente all'altezza, riesce a muoversi bene sia in abito da sera che con un'armatura, trasmettendo quella grazia/potenza che solo la Regina delle Amazzoni dovrebbe possedere e, ultima ma non ultima, è di una bellezza impressionante. Peccato che a volte le mettano in bocca frasi che nemmeno Al Pacino potrebbe recitare senza risultare ridicolo. Comunque, questione "attrice giusta" archiviata definitivamente e torniamo al film.

Tanto per illudermi, la prima mezz'ora è favolosa.

Ambientata nella splendida isola di Themyscira, ci viene mostrata la giovinezza di Diana, figlia della regina della Amazzoni. Tra le bellissime ambientazioni e l'ottimo uso di fotografia ed effetti speciali (mai troppo invasivi ma con qualche calo di qualità) la regista Patty Jenkins sembra avere molto chiaro la struttura sociale delle donne guerriero e riesce a rendere egregiamente ogni aspetto della vita di queste ultime (combattimenti compresi, molto ben coreografati), anche se le prime incertezze arrivano da una ricostruzione mitologica forse troppo ingarbugliata. Detto questo, il film sembra già possedere una sua strada, fino a quando l'arrivo del personaggio di Steve Trevor (il sempre simpatico Chris Pine) non cambia le carte in tavola, spostando decisamente la rotta di tutta la nave. Si cambia ambientazione, si cambia personaggi, si cambia tono.

Da quel punto in avanti, per un'oretta buona, il film deraglia completamente. Il ritmo si fa pesantissimo, la sceneggiatura lacunosa e poco interessante, si azzerano i colpi di scena, viene utilizzato un macGuffin poi dimenticato, la colonna sonora prende una pausa, i dialoghi diventano banali e sciatti con battute che rendono Diana simile ad una ritardata (ripete pure alcuni concetti 2-3 volte nel giro di 20 minuti, tanto per), vengono introdotti personaggi improbabili e, cosa peggiore, scusate il francesismo ma ci vuole...NON SUCCEDE UN BENEAMATO CAZZO!

Grazie a dio ad un certo punto il film si risveglia perchè i geni si ricordano quello che volevamo vedere: Diana che combatte! La colonna sonora si presenta prepotente, parte il bellerrimo theme dell'amazzone e ci catapultiamo in una SPLENDIDA scena di guerra ambientata prima in pieno campo di battaglia e poi in città. Bello, bello, BELLO! Finalmente l'epicità e la potenza visiva che ho tanto agognato, peccato duri poco.

Il film torna in pausa senza scossoni verso un finale banalotto che mette in scena una battaglia conclusiva che non riesce proprio ad eguagliare la qualità delle scene d'azione precedenti, causa anche un villain appena abbozzato.

E così il tutto finisce, senza mordente, flebile come la sua struttura, così altalenante da offrirci alti e bassi veramente clamorosi, con più di metà film (141 minuti che sembrano interminabili, specie su tutta la parte finale) di una piattezza di storia imbarazzante, nonostante le belle scenografie di Aline Bonetto (quella di Ameliè) e la fotografia, sempre curatissima e di Snyderiano stile, di Matthew Jensen.

Insomma, ancora problemi di sceneggiatura per un film Warner-DC, che nonostante trovi una componente visiva decisamente affascinante ancora una volta viene sprecata a causa di una storia che non trova una sua identità, perdendosi in questo caso in un polpettone per niente ispirato. Certo, l'idea poco felice di realizzare un film di origini dopo aver già visto un film corale azzera il pathos per il destino del personaggio ma ciò non può giustificare la piattezza della maggior parte dello spettacolo offerto.

Peccato, perchè questa Diana Prince si merita ben altro.

E mio dio, qualcuno alla Warner assuma uno sceneggiatore degno di chiamarsi tale!

 

 

"Questo è un luogo bellissimo ma più ti avvicini più vedi la grande oscurità che ha dentro…L'ho imparato a mie spese tanto tempo fa!" (qualche frase bella l'hanno scritta)

Commenti: 0