"The Walk" ("The Walk") - 2015

 

Che strano questo film di Zemeckis, così poetico, così particolare, così originale, così leggero eppure carico di significati.

Fa strano rivedere le Torri Gemelle, quasi bannate dall'industria cinematografica americana per cercare di cancellare il dolore della tragedia dell'11 settembre. Non siamo più abituati a vederle su schermo, a volte anche a sentirle nominare tanta è la voglia di dimenticare ed andare avanti, figuriamoci quindi il curioso effetto nel ritrovarle vere protagoniste di un film.

Perchè loro, più dell'incosciente e geniale funambolo francese Philippe Petit, sono il punto focale di una pellicola che si può tranquillamente dividere in due parti, dal risultato diametralmente diverso, secondo me.

Una prima parte racconta la crescita di Petit e la ricerca del sogno, la conoscenza di personaggi secondari  (raccontati piuttosto superficialmente), il percorso che lo porterà alla scoperta delle Torri e al concepimento dell'assurdo piano che metterà in atto di fronte al mondo, mentre la seconda parte mostra la messa in atto vera e propria di quel piano, con tutte le sue incertezze, le sue improvvisazioni e la sua riuscita finale.

Purtroppo, nonostante la piacevole prova di un bravo Joseph Gordon-Levitt che volente o nolente piace sempre (e che in originale recita sempre con un convincente accento francese), una gamma di "spalle" non sempre convincenti e una successione di eventi fin troppo dilatata fa mancare di mordente tutta la prima parte. La sceneggiatura tende ad essere un po' pesante, a tratti ridondante e, nonostante le invenzioni di regia del veterano al timone, la storia non riesce mai a decollare veramente. Tutto cambia però nella seconda parte, dove ci concentriamo sull'impresa  e i ritmi cominciano a farsi frenetici, la tensione palpabile, l'ansia sale e attacca lo spettatore allo schermo ogni secondo, con il cuore in gola. Si lascia perdere i dialoghi (molti di questi sono infatti in francese), facendo in modo che siano le azioni a parlare, in un costrutto di cinema vecchia maniera.

Ed è allora che ti accorgi che "The Walk" è un film di sensazioni, quasi di concetto, che ha bisogno di sacrificare una prima parte alla costruzione per elevarsi nel seguito della vicenda come una farfalla che si disfa del bozzolo prima di librarsi in volo, sfociando in bellissime metafore (splendida quella della nebbia in cima alle torri) sulla vita e sui propri sogni da inseguire e realizzare.

Zemeckis è come al solito bravissimo con la macchina da presa, capace di catturare prospettive architettoniche molto interessanti e al tempo stesso perdersi nei primi piani sugli attori, cercando quella sua magia che non sempre riesce ad afferrare. Una forse troppo eccessiva post-produzione visiva a volte tende a rendere irreali alcuni scenari, facendo perdere l'effetto immedesimazione, un peccato che un film che racconta una storia così squisitamente vera (e che consiglio a tutti di recuperare su internet).

Per quanto mi riguarda un film riuscito a metà, a cui purtroppo non basta una splendida seconda parte per dimenticare diverse lacune del primo tempo. Vale però la pena di vederlo: per la bravura di Levitt, la maestria di Zemeckis e per riuscire  a capire come a volte un filo che unisce due punti può significare tutta una vita.

 

"Dovunque andassi e qualsiasi cosa facessi, ero sempre in cerca del posto perfetto dove sospendere il mio filo"

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