"Tartarughe Ninja - fuori dall'ombra"

 

("Teenage Mutant Ninja Turtles: Out of the Shadows") - 2016

 

Partiamo dal fatto che sono sempre stato un fan delle tartarughe ninja create, nel lontano 1984, da Kevin Eastman e Peter Laird. Dal fumetto originale un susseguirsi di prodotti derivanti, dai cartoni animati ad altri fumetti, dai giocattoli alla serie tv, dai videogiochi al film d'animazione fino alla pellicola del 2014 che ha sancito un vero e proprio reboot della saga. Nonostante i difetti, ho apprezzato molto questo rilancio in quanto, oltre a rendere perfettamente omaggio dal punto di vista visivo ai protagonisti (grazie alle moderna CGI), li rendeva forse per la prima volta veramente caratterizzati come singoli, scindendo i loro caratteri e aspetti in maniera decisa e ragionata.

In questo seguito il regista Dave Green, non certo un talento ma un grande ammiratore della saga, sembra però aver ascoltato i fan (almeno una parte), smussando gli angoli dall'esperienza precedente e creando un film veramente divertente, mettendoci ogni aspetto che ancora mancava e non prendendosi mai veramente sul serio, avendo il merito e l'onestà di presentare questa pellicola esattamente per quello che è: un giro di giostra, ma un BEL giro di giostra, come a volte Bay (qui solo produttore, ma il suo occhio è riconoscibile in tutte le scene) è riuscito a fare.

 

Mettendo subito in chiaro che la vena "dark" dei fumetti originali e del primo film del 1990 è stata messa da parte, con il chiaro scopo di ottenere un film di puro intrattenimento per famiglie, che non è necessariamente un difetto per tutto. Siamo più dalle parti della serie a cartoni animati e del secondo film del 1991, ma un po' tutta la storia delle tartarughe viene omaggiata da molti piccoli particolari sparsi per l'intero film, rendendo l'esperienza per i fan veramente appagante e lasciando anche spazio ad una morale di fondo sull'accettazione del diverso e di sè stessi.

 

Viene finalmente limitato il minutaggio per April O'Neil (sempre interpretato, con i suoi limiti, da Megan Fox) e vengono introdotti un sacco di personaggi conosciuti agli appassionati come Casey Jones (incarnato con molto ironia da Stephen Amell), Krang (molto ben realizzato ma poco caratterizzato), Baxter Stockman e, sorpresa delle sorprese, la divertentissima accoppiata Bebop e Rockstady, perfettamente riprodotti nel corpo e nello spirito, sempre pronti a coprire d'imbarazzo il povero Shredder, anche lui riportato in più "canonici ranghi" rispetto al film precedente.

Poi, come ho precedentemente detto, ci sono poi decine e decine di rimandi alle vecchie trasposizioni che fanno capire quanta accuratezza è stata usata nel ricreare il mondo dei quattro mutanti. Parlando di loro, anche stavolta sono stati molto curati sotto ogni punto di vista accentuando ancora di più le loro diversità (vedi Donatello, reso ancora più magro), specie dal punto di vista caratteriale (rimane però l'amaro in bocca per lo scontro Leonardo-Raffaello, solo accennato) dove il personaggio di Michelangelo la fa da padrone (il film vale solo per godersi tutte le sue "facce" durante le varie scene). Peccato per Splinter, lasciato come figura di sfondo e poco utlizzato, forse sacrificato per dare spazio alle new-entry, un po' come successo a Shredder. 

Questo seguito, sicuramente migliore dell'originale (e forse la miglior trasposizione cinematografica delle tartarughe) ha un ottimo ritmo, tanti cambi di scena e moltissime battute e situazione che vi strapperanno più di una risata.

 

Per chi, come me, è cresciuto con le tartarughe ninja, questo film non potrà che riportare all'infanzia, con atmosfere scanzonate fra risate, duelli e una grande quantità di pizza. Speriamo quindi che il terzo capitolo, già previsto, veda la luce poichè la strada seguita sembra proprio quella giusta.

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