L'ESORCISTA DEL PAPA

("The Pope's Exorcist" - 2023 - 103 minuti)

 

Dal trailer sembrava un classico B-movie  sul tema esorcismo, con un surreale Russel Crowe bollito in Lambretta. Ormai dal 1973 (anno di uscita del primo Esorcista di William Friedkin) siamo abituati a vedere una serie di film fotocopia sull'argomento, eccetto rarissime eccezioni. "L'esorcista del papa", pur infarcito di stereotipi e spacconate all'americana, spostandosi più sullo stile dei romanzi di Dan Brown, riesce nel compito più difficile di questi film: divertire genuinamente.

Il film si stacca dalla consumata formula da cui prende origine, la asciuga nelle componenti, mette al timone un attore che ama gigioneggiare, sistema qualche elemento di scoperta per lo spettatore e poi presenta il tutto con un ritmo più che sostenuto. Una formula talmente perfetta  e inaspettata che alla fine della visione non solo ti alzi dalla poltrona soddisfatto, ma speri che questa sia la nascita di un franchise che mai ti saresti aspettato di volere.

Russel Crowe è lo zio prete a cui vuoi bene e con cui non ti annoieresti mai, che fa 'italiano senza riuscirci, ma risultando irresistibile (consiglio assolutamente la visione in lingua originale, per non perdersi i bizzarri cambi di idioma del protagonista). La genialata del regista Julius Avery è proprio quella di fare il compitino registico e lasciare che Crowe riempia lo schermo facendo suo il personaggio, che lo scolpisca nella sua improvvisazione fregandosene altamente del vero Padre Amorth da cui dovrebbe prendere spunto. Gli viene aggiunto un prete giovane come spalla che fa sempre l'opposto di quello che gli si dice, un capo sottoforma di Papa/FrancoNero immenso, un bambino da salvare che dice tante parolacce, un demone bastardo fino al midollo, una ret-con del cristianesimo che è da guinnes dei primati e il gioco è fatto!

Tifi Amorth come faresti con Iron-man, ti godi l'esorcismo come fosse una battaglia. Nell'affascinante cornice di un'abbazia spagnola si consuma un minestrone di horror, giallo, thriller con l'aggiunta di un pizzico di introspezione che non guasta mai. Vieni talmente risucchiato in questo vortice di robe che perdoni anche strafalcioni assurdi come Amorth che fa Tropea-Vaticano-Castiglia in vespa come niente fosse, neanche fosse Don Matteo.
"L'esorcista del papa" ridefinisce il genere sotto un concetto più moderno, diversificando la resa finale e affidandosi ai pochi talenti coinvolti. Non un film bello o profondo, ma un apprezzabile intrattenimento che gioca le sue carte con sincera passione, evitando di scomodare il confronto con pezzi da novanta.

Amatelo, voglio vedere i 199 seguiti (non è un numero buttato a caso, fidatevi)!

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