"Dead Silence" ("Dead Silence") - 2007

 

Horror del 2007 e film poco conosciuto del bravissimo regista James Wan (famoso per il primo capitolo di "Saw", per "Insidious", i due capitoli di "Conjouring" e il 7° Fast and Furious) questo "Dead Silence" si è rivelato una discreta sorpresa. Il tema della "bambola assassina" non è più così in voga come negli anni '90 e la storia di fondo ha perlomeno il merito di aver portato un po' di aria nuova sul genere.

Il tema della possessione è quindi trattato in maniera meno convenzionale, dando risalto ad una sottotrama misteriosa che pian piano esce fuori, grazie ad una sceneggiatura di  Leigh Whannell (già in coppia con il regista in Saw) che gestisce perfettamente i tempi, dando un perfetto connubio fra momenti horror, di investigazione e di pura e semplice suspance.

Wan, pur non avendo il ricco materiale di altre pellicole, si conferma bravissimo nel creare un certo stato di angoscia, nel giocare con i silenzi e le lente panoramiche, fino ad arrivare a dissolvenze particolarmente artistiche che non fanno che confermare il suo estremo talento visivo.

Il protagonista, l'australiano Ryan Kwanten, non mi ha particolarmente convinto in una parte che non mi ha trasmesso quel senso di disperazione che invece richiedeva. Ho apprezzato molto di più Donnie Wahlberg (fratello maggiore del più famoso Mark) che, da bravo caratterista qual'è, riesce a dare una dimensione al suo detective anche con poche battute e movenze. Diciamo comunque che la recitazione non è certo il punto forte del film, che verte invece su altro.

Inutile dire che l'inquietudine è tutta per le bambole (in questo caso marionette da ventriloquo), arcaico mezzo di superstizioni e credenze e collaudato mezzo di movimento per a volte banali demoniache presenze. Il fascino morboso che queste opere di legno suscitano in un contesto horror è decisamente innegabile e la telecamera gioca in più punti su questo elemento.

Qui fortunatamente la storia è un po' meno convenzionale del solito, riuscendo a sistemare qualche colpo di scena davvero ben riuscito (compreso il finale) e facendosi perdonare qualche passaggio troppo semplificato durante il tragitto.

Tutta la trama è infatti molto semplice e genuina, costruita intorno ad avvenimenti che a volte sono solo funzionali alle situazioni che il regista vuole andare a creare, senza porsi troppi problemi sulla perfezione narrativa, cosa che può essere considerata un pregio o un difetto del film.

Le ambientazioni, tutte molto curate, hanno decisamente aiutato le atmosfere misteriose del film, anche grazie ad un comparto di effetti speciali a basso budget ma usati con dovizia che solo in un paio di casi appaiono al di sotto delle aspettative. Non voglio dimenticare di segnalare la convincente colonna sonora di Charlie Clouser che contribuiscono non poco a creare la giusta atmosfera in diverse scene.

Un horror semplice ma che regala un'ora e mezzo di giusta emozione, con il merito di portare in scena una storia interessante, ma che rimane nel filone dell'onesto intrattenimento.

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