"Power Rangers" ("Power Rangers") - 2017

 

Ammetto di non essere mai stato un fan della saga dei Power Rangers ma, come è inevitabile per la mia generazione, conosco bene i giovani guerrieri mascherati che tanto successo hanno avuto negli anni '90 (show che fra l'altro proveniva, completamente riadattato, da uno spettacolo giapponese intitolato "Super Sentai"). La semplicità delle storie, lo spirito di gruppo, il fascino delle arti marziali (spesso volutamente esagerate per enfatizzare l'azione) e l'utilizzo di robottoni pilotabili erano gli ingredienti di un onesto spettacolo che ben si sposava con il concetto di intrattenimento funzionale a basso costo.

Devo ammettere che, con i dovuti paragoni, questo film di Dean Israelite (che si dimostra ancora piuttosto inesperto dietro la macchina da presa, prendendo spunto un po' da tutto il genere senza riuscire mai a dare un'impronta personale) che inizia come "Breakfast Club", si dimostra fedele alle tematiche della serie, cercando di avvicinarsi alle nuove generazioni ma strizzando sempre l'occhio ai fan di vecchia data. Studiando una storia che è quasi un reboot della prima serie, si riporta in scena il team originale di Jason, Kimberly, Billy, Zack e Trini, tutti caratterizzati piuttosto bene e dotati di armature che non possono che richiamare alla mente il playboy-miliardario-filantropo della Marvel. Ognuno con una sua storia, ognuno con le proprie motivazioni, ognuno con un proprio percorso narrativo da risolvere, una varietà di situazioni che se da un lato rendono i personaggi a tutto tondo, dall'altra appesantiscono fin troppo lo svolgimento, rendendo la parte centrale particolarmente pesante, anche per la mancanza di qualsivoglia colpo di scena.

Insomma gente, si sa che si faranno male ma non troppo, si sa che non morirà nessuno, si sa che alla fine il bene trionferà sul male, è pur sempre "Power Ranger", cavolo!

Ok i personaggi e i loro cxxxi personali, ma se vengo a vedere questo film voglio soprattutto vedere i cattivi che fanno danni, voglio vedere gli Zord che li combattono, voglio vedere il cattivone finale contro il Megazord!

Ed è quello che il film ci offre nella terza parte, decisamente la migliore del film.

Eppure si avverte che qualcosa non funziona, che tra l'eccessiva lunghezza e alcune battute riuscite questo film non ti conquista come dovrebbe, adagiandosi sul sei politico. Forse il problema deriva dal fatto che, nonostante gli effetti speciali siano abbastanza curati, nonostante gli attori non siano così malvagi come sembrava ad una prima occhiata (ma uccidete il parrucchiere di Jason), nonostante la cattiva Rita Repulsa (interpretata da un'ottima Elizabeth Banks) funzioni bene, nonostante Brian Cranston sia sprecato ma adatto a ricoprire la parte di Zordon...il film è talmente ancorato a tematiche e messe in scena "alla Power Ranger" che diventa un prodotto che appare quasi datato agli occhi dell'esigente pubblico moderno.

Si, da un lato il fan della serie troverà tantissimi riferimenti visivi e concettuali ma al tempo stesso la riproposizione di tematiche e situazioni da "pomeriggio anni '90" mal si sposa con un film ad alto budget del 2017.

Mi è parso quindi un film né carne né pesce, che non aggiorna abbastanza una serie ormai datata ma non rimane nemmeno completamente fedele allo stile dell'epoca, creando un ibrido che personalmente non mi ha fatto impazzire.

Certo, mi ha divertito in alcuni punti, ma forse questo era il caso in cui una sceneggiatura (fra l'altro scritta da John Gatins, non certo l'ultimo arrivato) più coraggiosa avrebbe potuto decisamente fare la differenza.

 

"Go, Go, Power Ranger!" (il momento più bello del film)

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