"Kong: Skull Island" ("Kong: Skull Island") - 2017

 

Personaggi che rimangono in mente più per i loro volti che per le loro storie, sceneggiatura asciutta e schietta, ambientazione affascinante e a tratti surreale, momenti di figaggine pura, esplosioni e mostroni che si menano: era da un bel pezzo che un mix da B-movie in questa maniera non si vedeva al cinema.

Persino il precedente "Godzilla" (a cui questo film si lega e che andrà a creare, insieme ad altri titoli, la saga MONSTERVERSE, su cui sta lavorando, per ora egregiamente, la Legendary Pictures) aveva un tono completamente diverso, complice anche l'elegante impronta artistica data dal suo regista, Gareth Edwards.

Il giovane Jordan Vogt-Roberts invece ripesca a piene mani dai vecchi film di una volta (quelli dei vecchi Kaiju appunto), rendendo la figura di Kong centrale e girando intorno a lui tutta la vicenda, sia visivamente che dal punto di vista della storia. Ci rendiamo infatti conto, alla fine del film, che abbiamo molte più informazioni sul gorillone che non su qualsiasi altro protagonista umano, un dettaglio molto particolare ma che ti fa bene capire come sia stata giostrata l'intera pellicola.

I protagonisti umani, di cui sappiamo ben poco e che non hanno praticamente evoluzione nel corso del film, si muovono come piccoli satelliti intorno alla gigantesca figura di Kong, re dell'isola misteriosa del Pacifico, e dei molteplici mostri che la popolano. Il loro agire e il loro peso nella vicenda si basa perloppiù sul loro carisma, cosa che dimostrano di avere sia la Larson che Goodman, per non parlare di Samuel Jackson che letteralmente ne sprizza ad ogni fotogramma (e che rende incredibilmente fighe scene che risulterebbero solo comiche su altri attori), ma che invece ho visto mancare in Tom Hiddleston che, tolti i panni di Loki e delle foto da copertina per ragazzine, lascia davvero poco sullo schermo.

Il film dona esattamente quello che promette, e lo fa con una schiettezza impressionante, buttando subito nella mischia Kong, mostrandoci tutto quello che c'è da vedere (notevoli i vari mostri che popolano l'isola, che davvero rendono l'idea della pericolosità del posto), tra azione ben orchestrata e notevoli effetti speciali, accompagnati da una fotografia molto suggestiva di Larry Fong (non l'ultimo arrivato, fidato collaboratore di Snyder) e una colonna sonora veramente azzeccata in pura chiave anni '70.

Certo, per chi cerca una pellicola più profonda o con qualche significato siamo decisamente lontani: questo è un chiaro film d'azione vecchio stampo, arricchito da un comparto grafico di tutto rispetto e da una storia funzionale.

Due ore che scorrano piacevolmente veloci e che ti fanno uscire dal cinema con quella faccia da "non era certo un capolavoro, ma mi sono divertito davvero tanto". Certo, lo puoi vedere come un filmetto, oppure puoi godertelo per quello che è, ma se non altro ci fa dimenticare quella schifezza del 2005 di Peter "senza le storie di Tolkien si scopre quanto valgo" Jackson.

Mi piace il lavoro che stanno facendo su questa "saga", sono curioso di vedere come continueranno nei prossimi film.

 

"I mostri esistono"

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