VENOM

("Venom" - 2018 - 134 minuti)

 

 

SIAMO O NON SIAMO VENOM?

SIAMO VENOM quando abbracciamo la prima mezz’ora: una presentazione di personaggi e situazioni piuttosto classica, ben costruita, abbastanza matura e priva di qualsiasi tipo di umorismo. Si percepisce fin dalle prime scene un’atmosfera con la giusta tensione, buon ritmo e montaggio interessante. 

NON SIAMO VENOM sulla sceneggiatura che, arrivata a metà film, si squaglia come un gelato sotto il sole. Dopo le premesse iniziali, il film sembra non sapere bene che binario seguire e si perde in scenette senza peso, gigioneggiando e portando tutto a scelte narrative puerili e forzate. Si nota benissimo che la rotta del film è cambiata più volte in corso d’opera a causa di una produzione complessa. La pellicola è stata rimaneggiata per essere PG13, tagliando tutte le scene cruente, arrivando a modificare la psicologia di Venom, cercando di farlo passare a tutti i costi per un “buono”, quasi simpatico, non rendendolo tanto diverso dal più stronzo degli Avengers.

SIAMO VENOM con Tom Hardy che porta sulle spalle tutto il baraccone. Il suo Eddie Brock è umano, fallace, mai troppo simpatico senza essere completamente sgradevole, lontano dagli stereotipi classici. La verve recitativa di Hardy è decisamente sopra le righe, con i suoi pro e i suoi contro. Michelle Williams, con una parruccona orrenda, fa il minimo sindacale e non funziona nelle parti romantiche con Hardy, ma per fortuna sono pochissime. Riz Ahmed infine, si ritrova un villain ritagliato con l’accetta e costruito per essere una macchietta, cercando di salvare il salvabile. Apprezzo lo sforzo.

NON SIAMO VENOM con la CGI del film, terribilmente finta (il budget ridotto non aiuta), dove è inutile mettere continuamente oscurità e fumo a mascherare difetti comunque visibili ad un pubblico scafato. La resa grafica di Venom è altalenante, ma con un paio di momenti riuscitissimi.

SIAMO VENOM sulle note della riuscita colonna sonora del giovane svedese Ludwig Goransoon, capace di regalarci diverse tracce di pura adrenalina, che spingono molto bene sulle scene d’azione. Accanto a lui metto anche l’esperto Metthew Libatique, direttore della fotografia, capace di creare sempre ottimi effetti di luce e rendere la palette di colori oscura quanto serve.

NON SIAMO VENOM con la regia di Ruben Fleischer, decisamente piatta e poco ispirata.

SIAMO VENOM per il ritmo veloce della pellicola, senza pause, che rinuncia alle classiche due ore e passa dei cinecomics per restare in un’ora e mezza di durata, che fa scorrere meglio il tutto. Il film è scarso, ma almeno non annoia, anche quando le battute sono poco riuscite (diverse).

Per concludere, possiamo essere o non essere Venom, ma questo film rimarrà sempre un'occasione mancata, un prodotto di mero intrattenimento che promette ma non mantiene, che ci mostra una strada interessante per poi proseguire sulla via più banale e scontata.

 

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