"Ammesso" ("Accepted") - 2006

 

Bartbleby è un ragazzo appena diplomato che, come altri, non è stato accettato da nessun college. Disperato, per non deludere i suoi genitori, decide con l'aiuto di alcuni amici, di creare un college fittizio, l "South Harmon Institute of Technology" (S.H.I.T.) e di crearsi una propria falsa ammissione. Il problema di crea quando il sito internet del college, creato per l'occasione, funziona meglio del previsto.

Questa la semplice ma intrigante sinossi di questa commedia leggera del semi-sconosciuto Steve Pink, giocata più che altro sulla facile battuta ma che presenta anche qualche messaggio nascosto da apprezzare.

Grazie alla straripante simpatia di Justin Long (un attore che ho sempre apprezzato tantissimo) e dei tempi comici molto azzeccati il film si rivela una simpatica sorpresa. Ci si diverte, si ride di gusto (grazie a dio non si esagera con le battute a doppiosenso sessuale, ok qualche battuta di cattivo gusto c'è, ma non da troppa noia) e in più si ha anche il tempo di riflettere su quella che rappresenta una piccola denuncia dei giovani verso un sistema di studio americano (in particolare riferito al periodo del college) che premia troppo spesso le regole e il conservatorismo estremo a sfavore di uno sviluppo più creativo e naturale delle capacità e dei desideri dell'individuo.

A tal proposito sono molto illuminanti i volutamente deliranti (ma neanche troppo) monologhi del "preside" Ben Lewis, interpretato dal famoso comico Lewis Black, che in una rabbiosa e anarchica lezione di ribellione contro la società, getta le basi con umorismo in una realtà atta a incasellare e stereotipare le persone, riducendole ad un numero da controllare.

Particolare importanza è data anche alla figura della "matricola", tale Sherman (interpretata da Jonah Hill, che tutti conoscono per essere il Donnie Azoff dello splendido "The Wolf of Wall Street" di Scorsese), amico del protagonista e perfetto esempio di come il bullismo e la ricerca dell'umiliazione siano parte integrante e ormai accettata di un sistema basato sulle gerarchie.

Insomma, un film che fra una cazzata e l'altra fa anche pensare, considerando la semplicità e il basso budget con cui è stato concepito secondo me merita almeno una visione. Non vi aspettate chissà cosa, la storia nella sua eccentricità si lascia andare a molti momenti divertenti ma regala poche sorprese o colpi di scena e le interpretazioni di contorno non sono niente di particolare, ma sicuramente fa passare quei 90 minuti senza annoiarsi e Long si conferma un attore capace di trainare un film grazie alla sua faccia da simpatico sfigato dal cuore d'oro.

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