"Thor: Ragnarok" ("Thor: Ragnarok") - 2017

 

Thor Ragnarok non è un brutto film, questo l’ho capito.

Thor: The Dark World era un brutto film, in parte anche il primo Thor, ma non questo terzo capitolo.

Thor Ragnarok no, non è nemmeno un brutto film, non arriva ad esserlo perchè è essenzialmente un’accozzaglia di scene stupide, con lunghi tratti imbarazzanti, con rarissime cose riuscite e una sensazione di fuori posto che disturba, come vedere uno vestito da Chewbecca ad una festa di Trekkies.

Sono il primo a dire che i film del Marvel Universe, pur mantenendo una coesione di fondo, dovrebbero rappresentare uno stile personale del regista per cui ben vengano una precisa scelta musicale e gli ambienti colorati, ben venga un villain donna e un contesto diverso dal solito… a patto che non mi vai a stravolgere la caratterizzazione dei personaggi principali (peraltro già ampiamente vista nei capitoli precedenti) trasformandomi la saga di Thor in un calderone di scemi che fanno cose sceme e dicono cose sceme che neanche nel peggior capitolo di American Pie.

Certo, ormai lo sappiamo da due pellicole deludenti che fare un film su un personaggio come Thor, epico e serioso, non è facile per cui qualcuno ha pensato bene che non valeva la pena provarci ancora, ma sarebbe stato meglio stravolgere tutto quello che era stato fatto precedentemente, per accontentare il pubblico che ama solo spengnere il cervello in sala per ridere di qualsiasi cosa. Si scegli quindi la via più comoda e più facile.

 

Qualcuno dica al signor Waititi (il "regista"), che tanto si atteggia a quella che la sa più lunga di tutti come faceva un certo Paul Feig l’anno scorso, che non è i fratelli Zucker, che Chris Hemsworth non è Leslie Nielsen e che la storia di Thor non è quella della Pallottola Spuntata, partendo dal fatto che anche sapesse realizzare quel genere di commedia (e se lo sogna la notte di esserne all’altezza) il tutto risulta assolutamente fuori contesto con quello che avevamo visto fino ad ora, o da quello che ci si aspetterebbe da un film sul Dio del Tuono. Qui non parliamo neanche di origini fumettistiche perché non è questo il discorso. Possiamo lasciarle fuori, non sono quelle che mi disturbano. Qui stiamo analizzando il film e solo quello conta! Thor non è come i Guardiani, in cui i personaggi sono stati creati cinematograficamente per funzionare in un certo clima scanzonato (che comunque non è mai completamente una battuta continua, ma alterna momenti leggeri a momenti più seri, come il finale del secondo capitolo). Tutto viene buttato sul ridere, ogni momento è buono per la cazzatina (spesso squallida), ogni personaggio sembra passato da una lobotomia frontale che l’ha trasformato in un bambino di 3 anni con problemi di attenzione, ogni situazione interessante viene buttata in caciara. Non aiutano i dialoghi fra una battuta e l’altra, veramente banali e poco interessanti.

Si salvano in pochissimi, come Hela, ben interpretata da una sempreverde Blanchett e intrigante sotto il punta di vista visivo mentre va malissimo ad altri, come Odino che diventa addirittura incoerente con se stesso e il fulcro del primo film, in cui esiliava il figlio perché ancora immaturo per essere re (mentre ora che sembra un deficiente e prende tutto con sufficienza gli va bene). Personaggi trattati malissimo come ho detto, pensiamo ad un Hulk che quasi non riconosciamo (lontanissimo da quella macchina di distruzione temuta anche dai suoi alleati) e ad un Banner che segue il deterioramento mentale degli altri, come un virus che non risparmia nessuno (nemmeno Valchiria, che diventa deficiente dopo mezzo film o Loki, ormai l’ombra di quello che era e dovrebbe essere). Non parliamo poi del Gran Maestro di Goldblum, al punto più basso della sua carriera, che crea una macchietta che più macchietta non si può, tanto valeva chiamare Malgioglio che forse gli costava anche meno.

E tra gag inutili (si, perché la cosa peggiore è che NESSUNO di questi momenti deliranti serve a portare avanti la trama), effetti speciali che spesso lasciano a desiderare (vergognosa la ferita di Thor, il mio falegname con 30000 lire la faceva meglio), personaggi che escono di scena per sempre tipo Pucci il cane dei Simpson o che restano in scena solo per dire cazzate, svolte di trama piene di buchi e combattimenti spesso caotici, si arriva alla risoluzione della trama che, per quanto non mi sia dispiaciuta, è ancora una volta vessata continuamente da battutine che ne spezzano il ritmo e lo spogliano di qualsiasi solennità o anche di un minimo di pathos.

Ma qualcosa si salva? Si, anche perché sono talmente poche che si ricordano subito. Apparte la già citata Hela,Heimdall rimane abbastanza coerente con se stesso (anche perché si vede poco), Urban mi piace sempre anche se il suo personaggio ha evidenti problemi di scrittura (e di bipolarità), la colonna sonora è particolare ma molto ispirata così come l’atmosfera colorata non disturba nel contesto generale, soprattutto per alcuni costumi ben congeniati.

La mia sola reazione a mente fredda (a caldo non vi dico cosa ho pensato) è lo STUPORE.

STUPORE di vedere dei personaggi ridotti così.

STUPORE che Kevin Feige non sia intervenuto in qualche modo.

STUPORE che a qualcuno piaccia questa roba.

STUPORE che Waititi non sia stato ancora preso a pesci in faccia come il già citato Paul Feig dopo il suo remake di “Ghostbuster”, pellicola che come intenti trovo molto simile a questo capitolo di Thor.

In definitiva un film che non vuol trasmettere niente, che non lascia nulla, che porta avanti malamente la trama di Thor e che mette nelle beghe i poveri Russo, che si ritrovano due pezzi da novanta come Thor e Hulk trasformati in due imbecilli, poco prima dello scontro con Thanos.

 

Fatelo con lui…  “chiamate aiuto!“.

 

Recensione precedentemente pubblicata sul sito di MARVEL COSPLAY ITALIA.

Link: http://www.marvelcosplayitalia.it/2017/11/03/thor-ragnarock-stupore/

 

(no, nessuna frase di questa roba merita di essere citata)

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