ARRIVAL

("Arrival" - 2016 - 116 minuti)

 

"Arrival" è basato sul racconto "Storia della tua vita" di Ted Chiang, trasformato in sceneggiatura dalla penna di Eric Heisserer e portato al cinema dal talentuoso Denis Villeneuve.

"Arrival", in poche parole, è una pellicola che merita di essere vista e ricordata. Innanzitutto è diretto con un'eleganza e una sensibilità da fare invidia a molti, Villeneuve si conferma un regista capace e con una grossa capacità di adattamento ai temi trattati. Sotto di lui, Amy Adams regge senza problemi il film sulle sue spalle, senza mai caricare troppo il suo personaggio, giocando con gli sguardi, con piccole parole sussurrate spesso a se stessa, interagendo perfettamente con Jeremy Renner, che dimostra ancora una volta di funzionare benissimo come semplice spalla. La Adams però è il vero fulcro del film. E' dai suoi occhi e dai suoi "ricordi" che entriamo nell'atmosfera giusta, è lei che ci guida per mano in questa avventura che sembra irrisolvibile, un'emergenza mondiale che sembra nascondere anche una vena molto più intimistica e personale.

Vogliamo poi parlare delle splendide musiche dell'islandese Jòhann Jòhannsson, collaboratore fisso del regista? Le sue melodie suonano quasi aliene, ricercano toni inusuali e regalano l'atmosfera giusta in ogni occasione, con una theme principale molto orecchiabile.

"Arrival" è anche un film pieno di simbolismi, in cui linguaggio e pensiero si intersecano giocando con lo spettatore (cosa che, ahimé, può non piacere a tutti). Qui le risposte vanno ragionate e comprese, mettetevi l'anima in pace. Bisogna usare il cervello e mettere insieme tutti i pezzi dello splendido puzzle che vanno a comporre la vicenda.

"Tempo" e "Linguaggio" sono i due concetti che interessano al regista e che vengono usati in maniera complessa, originale e intelligente. Sono portati in scena senza nessun tipo di spettacolarizzazione inutile o virtuosismi di sorta, ma piuttosto in uno stile chiaro e asciutto, per non complicare ulteriormente un messaggio già complesso. Ho apprezzato in particolare il non aver escluso la componente politico/militare della storia, specie nella parte finale.

Un film che rappresenta pienamente il suo regista, ambizioso e non accessibile a tutti. Per questo bellissimo.

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