MINE

("Mine" - 2016 - 106 minuti)

  

La premessa è semplicissima: in territorio ostile, il soldato Mike Stevens (un superbo Armie Hammer, quasi one man show per l'occasione) è costretto a resistere per molte ore con un piede immobilizzato su una mina innescata.

Sembra l'ennesima vicenda di stampo militare, ma parlare di "Mine" come un film di guerra, nonostante la connotazione classica possa relegarlo a questo genere, è altamente riduttivo.

Partorito dalla mente di due giovani registi e sceneggiatori italiani (Fabio Guaglione e Fabio Resinaro) il film prende il contesto bellico per poi trasformarsi in altro. Il trucco sta nel lavorare con la mente del protagonista, far sfociare il dramma nell'onirico, non perdere mai il ritmo e sfruttare l'apparente immobilità della scena per creare una sorta di viaggio personale interiore che metaforizza la situazione, mostrandoci come le mine su cui si rimane bloccati non sono solo sul campo di battaglia ma anche in quello della vita.

La mina diventa il pretesto per indagare sulle scelte di un essere umano messo alle strette e portato all’estremo, ridotto a puro istinto di sopravvivenza ed esposto ad allucinazioni, ricordi dolorosi, sensi di colpa, pericoli reali e immaginari.

Una storia personale, intima, raccontata con una grande sensibilità e cura per il dettaglio.

Fabio&Fabio spogliano la vicenda di ogni connotazione superflua (evitando con intelligenza qualsiasi implicazione politica alla vicenda) e si concentrano sulla psiche dell'uomo, sul suo percorso di crescita, sulla sua continua ricerca di identità, spesso bloccata da paure inconsce e traumi mai affrontati. Sorretto da una colonna sonora che enfatizza molto bene i momenti salienti e da effetti speciali che, visto anche il budget ridotto all'osso, risultato più che dignitosi, "Mine" si dimostra un film umile ma ambizioso, molto più splendente di quanto non sembri ad un primo sguardo.

Mine è un film che va visto e capito, è poesia visiva di sopravvivenza, è per un pubblico intelligente di minoranza che ancora merita opere come questa.

Commenti: 0